Fonti: Luca Campanale, Paolo Chiossi, Stefano Orlandi nipote di Messori
Lino Messori, lontano parente di quel Carlo Messori vincitore di titoli mondiali negli anni ’30 e marito di Alfonsina Strada ciclista e pioniera della parificazione fra i sessi, è nato a Modena il 24 febbraio del 1926, personaggio eclettico, artigiano estremamente abile, curioso e creativo, come gli “artisti-artigiani” del Rinascimento riuscì nella difficile arte della fusione di bellezza e funzionalità. Fin da giovanissimo era appassionato di bici e ciclismo e si impegnò come corridore dilettante fino all’avvento della guerra. Per almeno un ventennio, a partire dagli anni ’50 e fino ai ’70, il suo lavoro principale fu la gestione di una importante azienda di stampaggi aperta con altri soci nei primi anni ’50. Nonostante non fosse il suo lavoro primario riuscì comunque ad intraprendere, con risultati di alto livello, anche la professione di artigiano costruttore di telai da corsa, a quei tempi (e anche oggi) un lavoro decisamente impegnativo sia dal punto di vista fisico che tecnico.
Lino Messori con Ernesto Colnago
Le prime nozioni di costruttore Lino le apprese dal padre che costruiva biciclette da passeggio nel proprio negozio a Modena in via Livizzani, competenze che ampliò ai telai da corsa presso la sede milanese della Cinelli, dove spesso si recava per acquistare il materiale necessario all’officina. Nei primi anni ’50 il suo lavoro era già noto e apprezzato anche da ciclisti professionisti come Liberati, il campione ferrarese Attilio Lambertini, gregario di Bartali negli anni ’50, il modenese Walter Generati, capitano della Gloria (1940-42). Il tavolo di riscontro dell’officina fu realizzato trasformando un tavolo in acciaio della Panini che serviva per mischiare e imbustare le famose figurine, Lino si unì in matrimonio con la figlia di Panini, per il quale costruì anche una bicicletta.
Grazie agli introiti della propria azienda potè gestire questo secondo lavoro senza i limiti di tempo imposti dai margini di profitto. Ad ogni fase di lavorazione di ogni singolo telaio, dall’ideazione, all’applicazione delle decals, potè dedicare molto tempo e lavoro, a volte anche 7 giorni, fino ad arrivare alla massima perfezione. Nell’arco della sua intera carriera di costruttore realizzò solo 120 telai, tutti pezzi unici e originali. Oltre alle estrema qualità e originalità delle sue bici, una delle caratteristiche estetiche e funzionali che distinguevano tutti i telai Messori era la cromatura sotto alla vernice impiegata per preservare il telaio dall’ossidazione. Costruì telai anche per altri marchi del modenese come Luciano Paletti.
Alla fine degli anni ’70 Messori vendette l’azienda e si tornò a concentrarsi di nuovo a tempo pieno sulle biciclette riaprendo un negozio in via Ventimiglia. Fu in quel periodo che, attraverso l’amico Corradi, agente e organizzatore di corse ciclistiche, entrò in contatto con Ernesto Colnago per il quale diventò poi rivenditore. Durante una visita di lavoro nella “Boutique”, così Messori battezza la propria officina di 160mq in centro a Modena, Colnago apprezzò la qualità dei suoi telai e decise di commissionargli alcune lavorazioni complesse come la piegatura dei piantoni per le bici da crono, operazione che all’epoca in pochi erano in grado di eseguire a mano con precisione e senza difetti. Sempre per Colnago realizzò due telai interamente in titanio, forcellini compresi. Nei primi anni ’80 sperimentò la saldatura a TIG e realizzò un carro posteriore con il fodero destro in posizione leggermente asimmetrica per poter mantenere la campanatura della ruota e renderla così più resistente alle forti sollecitazioni.
La collaborazione proseguì con reciproca soddisfazione per diversi anni, Messori fu anche l’ispiratore del concept per la forcella “Precisa” prodotta da Colnago, il quale non perse mai occasione per dimostrargli sincero rispetto e ammirazione per l’artigiano modenese.
Uno delle bici più originali Messori fu sicuramente il modello “Forata” che, su commissione di Ernesto, venne creata come “scultura” per attirare il pubblico negli stand Colnago alla fiera di Milano. Il problema fu che il telaio, così originale e affascinante “rubava” tutta l’attenzione a scapito dei modelli Colnago, ironia della sorte, a Messori fu quindi chiesto di rimuoverla per eccesso di ammirazione. La tenuta dei tubi nonostante i fori così ampi, fu possibile grazie al particolare filo di acciaio da 8mm saldato intorno alle aperture per irrigidire l’area.
A testimonianza della sua attitudine eclettica, oltre alla carriera di imprenditore e di costruttori di bici si è impegnato nella boxe e nel canto, accompagnando anche il maestro Luciano Pavarotti in diverse tournèe nel mondo, ha costruito chitarre in metallo di una in ottone e ha scritto diversi racconti e poesie pubblicati sia in dialetto modenese che in italiano.
Lino ci ha lasciati nel 2015, ma alcuni dei suoi attrezzi continuano a vivere nell’officina pugliese di Gabriele Ardito.
Messori Specialissima 1981. Foto Frameteller
Messori aggiungeva le iniziali del nome del corridore sul tubo orizzontale,
in questo caso “A.D.” solo per le biciclette speciali realizzate per gli amici.
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Lino Messori - Alla velocità del cuore / At the speed of heart
Lino Messori said of himself “I am nobody, but I did a bit of everything”. Born in 1926, in Modena, Italy, Lino quickly became a local fixture both for his incomparable skills and his personality. A master frame builder who also followed a myriad of different passions, spanning from singing with opera legend Luciano Pavarotti to never losing a single boxing match.
Lino Messori made 150 bespoke bikes over the span of his career, many of which were very special for the time and still today.
Film by Luca Campanale. Inspired by Paolo Chiossi. In collaboration with Davide Fonda, Marco Brandoli, Pongo Films and Plus NYC. Music By: Possimiste, Assif Tsahar, Peter Kowald & Rashied Ali.
"Io non sono nessuno, ma ho fatto di tutto"
— Lino Messori