Cicli Vicini / Biciclette a mano su misura / Milano Via Procaccini poi Piazza Gramsci / 1942 – ancora in attività

Fonti: Vicini / Corriere Cesenate, art. di Valentina Aliberti

Palmares: Giro d’Italia 1937 – 3° / 1940 – 4° / 1947 – 7° / 1950 – 18° / Tour de France 1937 – 2° / 1938 – 6 ° / Milano Sanremo 1939 – 5° / Giro della Toscana / Campione Italiano su strada nel 1939 / Giro di Toscana 1938 – 2°

 

Il 21 febbraio 1913 nacque a Martorano di Cesena Mario Vicini, un grande campione del ciclismo. Sulla bicicletta ha vissuto una vita e dalla bicicletta ha ritrovato la vita. Infatti da ragazzino, all’età di 15 anni era sempre malaticcio, soffriva di affezioni alle vie respiratorie e polmoniti. Le ricadute lo costrinsero a trascorrere i mesi invernali a letto costantemente assistito. Dopo una ricaduta particolarmente pesante il medico disse ai genitori che non sarebbe sopravvissuto ad una ulteriore crisi e si raccomandò che non facesse sforzi fisici di nessun tipo. Mario però appena messo uscito dal letto scassinò il lucchetto della bicicletta di suo padre e si lanciò per le strade bianche di Cesena, chilometri e chilometri tra nebbia e freddo spingendo sui pedali. In seguito a questo episodi non gli venne più nemmeno un raffreddore.

Dal 1932 Vicini cominciò a iscriversi alle prime gare ciclistiche e in seguito gareggiò per squadre blasonate come la Bianchi insieme a Cinelli, Ortelli e Olmo e partecipò come indipendente al Tour de France del 1937, arrivando secondo. Vinse molte altre gare e fu grande amico di Coppi. Come anche il suo amico e conterraneo Vito Ortelli e tanti altri ciclisti, qualche anno prima di ritirarsi dalle competizioni cominciò a progettare il proprio marchio di biciclette . Sponsorizzò alcune società sportive della città e aiutò il ciclismo femminile dando vita alla squadra rosa Alfa Lum.

Le prime biciclette Vicini le costruì per se stesso, negli spazi del suo negozio a Cesena, già a partire dal 1942. La prima bicicletta marcata con il suo nome fa la sua pubblica comparsa al Giro del Piemonte nel 1947. A quel tempo in molti cercarono di dissuaderlo dall’idea di costruire biciclette anche perché era appena cominciata l’era del motore con la Lambretta, ma Vicini tenne duro e nel 1948 aprì l’officina dove lavoravano con lui due giovani meccanici. Per tante biciclette vendute acquistava altro materiale per farne altre, così da non esporsi a debiti. Le bici per i da corsa erano costruite artigianalmente una ad una con telai Columbus e montate con gruppi Campagnolo. La concorrenza di Bianchi, Dei e Legnano era molto agguerrita ma nel giro di un decennio le bici Vicini dalla piccola città romagnola arrivarono ad essere vendute in tutto il centro Italia.

L’attività crebbe di anno in anno fino a diventare una grande azienda, negli anni ’90 in officina lavoravano 30 artigiani e dall’azienda uscivano circa 30.000 bici ogni anno, tra modelli da corsa per professionisti, mountain bike e bici da turismo.
Nonostante le grandi dimensioni Vicini cercò sempre di mantenere un approccio artigianale a condizione famigliare insieme con i figli Ottavio e Carla.

Mario Vicini si è spento nel dicembre del 1995, ancora oggi, foto dell’epoca, trofei, coppe e le magliette nel negozio di Vicini riportano il visitatore ai tempi eroici. Il reparto corse è seguito dai figli di Mario e dai nipoti Raffaele e Paola Vicini.

In occasione del centenario dalla nascita di Mario Vicini (21-02-1913), è stato creato un sito web dedicato che, con immagini e articoli, ripercorre gli avvenimenti della sua vita.

 

Vicini Tour de France 1977 – Foto ©speedbicycles.ch

 

Vicini Tour de France 1978

 

La bicicletta Vicini usata da Marco Pantani nel 1982 esposta al Museo Pantani di Cesenatico. Foto Rory Mason
Pubblicità Vicini C Record – Immagine Rory Mason

 

Vicini strada 1979 – Foto Troppebici

 

Vicini pista – Foto Andrea Bonfanti

 

Vicini strada anni ’80 – Foto Retrobike

 

Vicini C Record strada – Verniciatura di Mari Martini – Foto Specialecorsa

 

Vicini strada Columbus SLX congiunzioni Cinelli – Verniciatura di Mari Martini

 

La carriera agonistica.

 

Nel 1933 dilettante di quarta categoria con la Renato Serra, richiama l’attenzione del commissario della F.C.I. per l’Emilia Ferruccio Berti in virtù di coraggiose imprese e di un ottimo rendimento. Vicini ottiene 14 vittorie arrivando al traguardo in solitudine dopo aver piantato tutti in salita, in pianura, in discesa.

Il primo successo lo consegue a Roncofreddo nella Coppa del Rubicone, seguono le vittorie a Forlì, Ravenna, Savignano, Montescudo, Pesaro, Longiano, Bubano. Sul finire di stagione conquista la vittoria più bella nella Coppa Città di Cesena che vede in lizza i migliori dilettanti della regione. Queste gesta gli valgono larga popolarità e un notissimo meccanico di biciclette della sua città gliene costruisce una su misura offrendogli tutto il corredo necessario e la propria assistenza in corsa, addirittura su di lui vengono scritte poesie e cantate canzoni.

 

 

Nel 1934 presta servizio militare a Rimini riuscendo tuttavia a partecipare ad alcune corse, due delle quali lo vedono vittorioso per distacco. Nel 1932 ottiene 8 vittorie, tra le quali la Coppa Tamburini a Pesaro, il Circuito delle Camminate e il Giro delle Due Provincie Romagnole.

La carriera da professionista, che lo vede impegnato fino agli anni cinquanta, inizia nel 1936. Dopo una sfortunata Milano-Sanremo, partecipa al Giro d’Italia in cui è spesso in evidenza risultando 17° in classifica e 2° degli isolati. Nel 1937 è ingaggiato dalla Ganna e ancora una volta è sfortunato sia alla Milano-Sanremo sia al Giro d’Italia.

Nel Tour de France corre da isolato e si rivela uno dei più forti scalatori. Magnifico combattente, dominatore in salita, spericolato in discesa, brioso sul passo porta a termine la corsa classificandosi 1° degli isolati e 2° nella classifica generale. È l’anno del ritiro per caduta di Bartali maglia gialla, che gli diede la popolarità che ha accompagnato per il resto della sua carriera. Rimase infatti, soltanto lui a contrastare la vittoria al francese Roger Lapebie: si battè con forza, soprattutto per mantenere il posto d’onore finale che gli dette il primato nella categoria e lo fece tornare in Italia con l’aureola di un eroe che aveva parzialmente compensato la sfortunata prova di Bartali.

Nel 1938 passato alla Lygie ottiene uno strepitoso successo al Giro di Toscanaì relegando a più di undici minuti i più immediati inseguitori. In seguito risulta in bella evidenza fin dalle prime battute al Giro d’Italia dove vince la seconda tappa conquistando la maglia rosa. Ma questa corsa sembra stregata per lui: pochi giorni dopo cade in discesa ed è costretto al ritiro. Ritorna al Tour e si classifica 6° un piazzamento ottimo ma al di sotto delle sue possibilità: con maggior fortuna avrebbe potuto concludere alle spalle del vincitore Bartali. Selezionato per i mondiali di Valkenburg deve ritirarsi per la rottura di un forcellino.

 

 

Nel 1939, sempre con la Lygie, dopo essere stato battuto in volata da Bartali al Giro di Toscana, è finalmente tra i protagonisti del Giro d’Italia classificandosi 3°. Durante l’estate veste la maglia tricolore risultando primo nella classifica del campionato italiano disputato in tre prove di cui una, il Giro del Lazio, lo vede vittorioso: è il primo corridore romagnolo a laurearsi campione italiano dei professionisti.
Nel 1940 corre con la Bianchi: entusiasma alla Settimana ciclistica di Tripoli, si aggiudica l’impegnativa Coppa Marin a Padova, il circuito di Prato e due tappe consecutive al Giro d’Italia che porta a termine con un 4° posto in classifica. Dal 1940 al 1946, anche a causa della guerra, svolge un’attività discontinua che lo vede brillante protagonista della Gran Fondo delle Provincie Lombarde di 522 km (1941) primo nel G.P. Città di Rovigo (1942), secondo a Roma nel campionato italiano battuto in volata da Mario Ricci (1943). Non in forma partecipa con la Viscontea al primo Giro d’Italia del dopoguerra nel 1946 ritirandosi.

 

 

Lo smalto dei giorni migliori si sta offuscando, ma Gaibèra, facendo appello al temperamento, riesce ancora a proporre sprazzi di buon livello nel corso del 1947 al Giro del Piemonte (3° dopo una lunga fuga) e al Giro d’Italia che conclude al 7° posto dopo essersi prodigato per la vittoria di Coppi suo capitano nella Bianchi. Appesantito dall’età, non più uomo di punta nelle squadre in cui corre, il cesenate raccoglie pochi risultati di rilievo negli ultimi anni della sua lunga carriera. Tra questi meritano una citazione il 6° posto nella Sanremo del 1950 e, sempre nello stesso anno, il 18° nella classifica del Giro d’Italia in cui, pur condizionato come gregario, riesce ad esprimersi ancora con una condotta di corsa generosa e garibaldina che gli vale diversi piazzamenti.

Non abbandona tuttavia l’amata bici, continuando a pedalare per passione e laureandosi anche Campione del Mondo per veterani in Austria nel 1973.

 

1938, Vicini capitano della squadra Lygie. Anche Cimatti nella squadra.

Corse per la Gloria, la Lygie, la Bianchi, la Viscontea e la Vicini.
Fu Campione italiano su strada nel 1939.
Partecipò nove volte al Giro d’Italia vincendo tre tappe: Sanremo nel 1938 indossando anche la maglia rosa per un giorno, Trieste e Pieve di Cadore nel 1940. Si classificò terzo nel 1939, quarto nel 1940 e settimo nel 1947. Al Tour de France fu secondo nel 1937 dietro Roger Lapébie, e sesto nel 1938.
Vinse il Giro di Toscana nel 1938 ed il Giro del Lazio nel 1939. Fu anche settimo al Giro di Lombardia nel 1938 e quinto alla Milano-Sanremo nel 1939.

Palmares completo:
1935 1° nella Giro delle Province Romagnole (ITA)
1935 1° nella GP Città di Camaiore (ITA)
1936 3° nella Giro del Lazio (ITA)
1936 1° nella Giro delle Quattro Province (ITA)
1937 2° nella 3a tappa Giro d’Italia, Genova (ITA)
1937 3° nella 8a tappa Tour de France, Briançon (FRA)
1937 3° nella 14a tappa parte a Tour de France, Bourg-Madame (FRA)
1937 2° nella Classifica Generale Tour de France, Paris (FRA)
1937 2° nella Classifica GPM Tour de France, Paris (FRA)
1938 3° nella Giro del Veneto (ITA)
1938 1° nella Giro di Toscana (ITA)
1938 1° nella 2a tappa Giro d’Italia, San Remo (ITA)
1938 2° nella 10a tappa parte b Tour de France, Béziers (FRA)
1938 2° nella 14a tappa Tour de France, Briançon (FRA)
1939 1° nella Giro del Lazio (ITA)
1939 2° nella Giro di Toscana (ITA)
1939 1° nella Campionato Nazionale, Strada, Elite, Italia (ITA)
1939 3° nella 2a tappa Giro d’Italia, Genova (ITA)
1939 3° nella 3a tappa Giro d’Italia, Pisa (ITA)
1939 3° nella 14a tappa Giro d’Italia, Cortina d’Ampezzo (ITA)
1939 2° nella 15a tappa Giro d’Italia, Trento (ITA)
1939 3° nella Classifica Generale Giro d’Italia, Milano (ITA)
1940 1° nella Coppa Marin (ITA)
1940 2° nella Giro di Toscana (ITA)
1940 2° nella GP Leptis Magna (LIB)
1940 2° nella 3a tappa Giro d’Italia, Pisa (ITA)
1940 1° nella 15a tappa Giro d’Italia, Trieste (ITA)
1940 1° nella 16a tappa Giro d’Italia, Pieve di Cadore (ITA)
1940 4° nella Classifica Generale Giro d’Italia, Milano (ITA)
1947 3° nella Giro del Piemonte (ITA)
1947 3° nella 1a tappa Giro d’Italia, Torino (ITA)
1947 3° nella 3a tappa Giro d’Italia, Reggio Emilia (ITA)
1947 7° nella Classifica Generale Giro d’Italia, Milano (ITA)
1953 1° nella Coppa Signorini (ITA)