Girardengo 1953 by Pelà
Girardengo 1953, by Giuseppe Pelà
Condition: Restored
Framebuilder: Giuseppe Pelà
Frame number: 41187
Group: Campagnolo Gran Sport 1953
Saddle: Brooks
Pedals: Sheffield
Stem: Ambrosio Champion
Handebar: Ambrosio Champion
Rims: Fiamme brevetto Longhi
Freewheel: Regina Gran Sport
Chain: Regina Gran Sport
Ph. Frameteller
Girardengo by Pelà 1952
Girardengo 1952, by Giuseppe Pelà
Rik Van Steenbergen’s bike at the Girardengo team.
Condition: Full preserved
Framebuilder: Giuseppe Pelà
Frame number: 37540
Group: Campagnolo Gran Sport 1952
Saddle: Brooks
Stem: Ambrosio
Handebar: Ambrosio
Rims: Clement
Freewheel: Regina Gran Sport
Chain: Regina Gran Sport
Ph. Frameteller
TAUREA
TAUREA
Torino 1947 – ca 1952
Fonti: ricerca archivistica
Agonismo: Squadra professionisti 1950/1951
Se la Taurea merita di essere ricordata come uno dei più interessanti marchi di biciclette italiani a cavallo degli anni ‘40 e ’50, è sicuramente per il talento del costruttore torinese che si occupò della progettazione di tutti i modelli, il maestro Giuseppe Pelà.
Non ci sono certezze sulla data di apertura e di chiusura dell’azienda, ci sono testimonianze di Taurea degli anni ‘30 ma dato che non è stato possibile visionarle dal vero o in fotografia al momento non vengono prese in considerazione in questa ricerca.
Per la data di fondazione si fa fede all’atto di deposito del marchio avvenuto nel febbraio del 1947. Pare che non siano stati ritrovati cicli Taurea databili oltre il 1952, è quindi possibile che intorno a questa data l’azienda abbia cessato l’attività.
Come detto a dirigere la progettazione e la costruzione dei telai l’azienda torinese chiamò Giuseppe Pelà, in quegli anni ancora nella prima fase della sua formidabile carriera di telaista e già molto conosciuto e impegnato a Torino sia con la collaborazione in Benotto che con la co-fondazione della Edelweiss.
Dalla qualità delle biciclette recuperate risulta evidente che Pelà alla Taurea riuscì ad esprimere al meglio le sue doti di designer e costruttore, realizzando telai raffinati con caratteristiche tecniche originali e innovative per l’epoca. Pelà costruì direttamente i telai del modello corsa, lasciando il resto della produzione al team di operai Taurea ma sempre sotto il suo controllo e direzione.
Sempre ad altissimo livello anche lo sforzo dell’azienda nel campo agonistico attraverso la creazione della squadra professionisti e la partecipazione ai Giri d’Italia del 1950 e 1951 (a quel tempo solo 15 marchi potevano permetterselo).
Il marchio “Taurea R.L.” fu depositato per la prima volta il 20 febbraio 1947 presso l’Ufficio commerciale e dell’Industria di Torino. L’indirizzo di via Vassalli Fendi 32 viene cambiato in Via delle Orfane 2 in un secondo atto effettuato ad un solo mese di distanza.
Il primo documento fu effettuato per deroga attraverso un mandatario mentre il secondo è firmato direttamente da un amministratore dell’azienda e il nome “Taurea” cambia in “Taurea società per costruzioni meccaniche”. Sempre nel secondo documento scompare “automobili” tra le categorie commerciali sostituita da “tubi in acciaio”, le categorie definitive diventano quindi: tubi in acciaio, velocipedi, motocicli, pneumatici e selleria, macchine ed apparecchi diversi e loro parti.
Il primo atto di deposito del nome e del marchio L.R. Taurea. 20 febbraio 1947. Camera di Commercio di Torino.
1949
SACCHI Marino
1950
Dir. Carlo Graglia
ASTRUA Giancarlo
FONDELLI Ugo
FRANCHI Franco
MAGGINIa Sergio
MARTINI Alfredo
ROSSELLO Vincenzo
ROSSELLO Vittorio
1951
ASTRUA Giancarlo
BARONI Mario
CONTERNO Angelo
FONDELLI Ugo
MARTINI Alfredo
PETRUCCI Loretto
PONSIN Orfeo
ROSSELLO Vincenzo
ROSSELLO Vittorio
DETTAGLI TELAI TAUREA
Fin dai primi esemplari del 1947 è evidente lo stile di Pelà nel design dei modelli da corsa e sportivi. Sono questi probabilmente gli anni in cui la creatività del maestro telaista raggiunge il massimo livello della sua lunga carriera e nonostante sia ancora giovane, a quasi 25 anni prima del suo ritiro, la qualità del disegno e delle finiture esprimono una notevole originalità e maturità tecnica. Dai dettagli visibili sulle biciclette ritrovate sembra probabile che solo una parte dei telai corsa furono costruiti direttamente da Pelà, mentre il resto della produzione era affidata alla squadra di operai Taurea sotto il suo rigido controllo.
Caratteristiche design telaio:
1 – Testa forcella “Pelà” con riga e pallino per i telai corsa e solo riga per il modello sport e turismo.
2 – Passacavi sul tubo orizzontale dal 1947, soluzione sicuramente innovativa a quei tempi. I passacavi sul tubo orizzontale sono posizionati in diagonale verso il basso, unica eccezione il modello del 1947 saldati a 90°. A partire dal 1951 vengono aggiunti anche i passacavi sul tubo diagonale.
3 – Congiunzioni con svuoti a forma di cuore (non su tutti i modellin e telai)
4 – Rinforzi sui foderi della forcella nei modelli corsa, assenti sui telai mezza corsa o sportivi. La forma del triangolo è già quella tipica di Pelà, ad eccezione del modello del 1947 dove i due triangoli hanno linee curve e uno svuoto circolare al centro.
5 – Personalizzazione estetica dei forcellini posteriori con 3 punte.
6 – Acciaio “Libellula” (visibile il marchio inciso sulla forcella di alcuni telai)
Componenti:
Personalizzati con il marchio Taurea, unica eccezione forse per la bicicletta C1.4210 da corsa databile 1947, ritrovata montata con componenti di qualità superiore e senza marcatura, forse perché destinata ad un corridore esigente o perché la personalizzazione dei componenti iniziò solo l’anno successivo. Guarnitura Gnutti (nelle 2 versioni fine ‘40 e primi ‘50), mozzi Campagnolo Gran Sport, pipa in ferro e piega in alluminio senza marca o Ambrosio, pinze e leve freni Balilla, sella Aquila, movimento centrale, collarino reggisella e serie sterzo Magistroni Super Corsa. Cambio Campagnolo Cambio Corsa per la fine degli anni ‘40, Parigi Roubaix e Simplex per i modelli dal 1950 al 1952. Pedali Sheffield o FOM.
TIMELINE EVOLUZIONE TELAIO TAUREA
- 1947 Passacavi saldati a 90° sul lato sinistro del tubo orizzontale
- 1947 Rinforzi foderi forcella con forma curva e svuoti circolari
- 1947 Svuoto del nodo sella a forma di triangolo
- 1949 Passacavi saldati sulla diagonale basse del lato sinistro del tubo orizzontale
- 1949 Rinforzi foderi forcella di forma triangolare tipica di Pelà
- 1950 Triangolo svuoto del nodo sella con due fori circolari ai vertici superiori
- 1951 Vengono aggiunti anche i passacavi anche sul tubo diagonale
- Forcellini:
1947 al 1951 Campagnolo Cambio Corsa
1950 Campagnolo Parigi Roubaix
1951 Campagnolo primo tipo con vite da registro da 4m
1951/52 Simplex Tour de France
1952 Brev. Simplex Competition (Simplex Italia)
CONGUNZIONI
Molti dei telai Taurea, sia corsa che sport e turismo, sono arricchiti da eleganti svuoti sulle congiunzioni a forma di cuore.
PASSACAVI
A partire già dal 1947 sui telai Taurea sono saldati passacavi sul fianco del tubo orizzontale, dal 1949 in posizione diagonale più in basso e nel 1952 sotto al tubo.
Dal 1951 vengono aggiunti i passacavi su tubo diagonale, soluzione adottata nello stesso periodo da Pelà anche sui telai Girardengo.
FORCELLA
Tutti i telai corsa hanno la testa forcella tipica di Pelà con riga e pallino al centro (unica eccezione per il telaio C3 5341, ultima foto), solo una o due righe parallele per i modelli sport e turismo.
A partire dal 1949 i rinforzi dei foderi della forcella hanno la forma triangolare tipica di Pelà, leggermenti diversi quelli sui primi modelli del 1947 con una linea più curva e uno svuoto circolare al centro.
NODO SELLA E NUMERO SERIALE
Lo svuoto sul retro del nodo sella è di forma triangolare con il foro circolare largo sul vertice inferiore, riconoscibili i modelli costruiti a partire dal 1950 per il triangolo con 2 cerchi ai vertici superiori.
Tutti i telai Taurea erano marcati con numero seriale. La numerazione era sicuramente progressiva ma non ricalcava esattamente il numero di telai prodotti né la data di costruzione degli stessi.
Sicuramente la prima lettera indica il tipo di modello: C corsa, CC mezza corsa, CS Sport, S e SC Turismo. Il numero compreso tra la prima lettera e il punto (ad esempio “C1. – C2. … C7.” aumenta progressivamente nel tempo anche se non riflette l’anno esatto di produzione.
Attraverso l’analisi delle caratteristiche tecniche dei telai è stato comunque possibile associare (indicativamente) il seriale all’anno di creazione del telaio.
Per quanto riguarda i numeri che seguono dopo il punto (ad esempio C1.17784), sembra che fossero azzerati ogni volta che cambiava il numero prima del punto e potrebbero riferirsi al numero sequenziale di produzione di tutti i cicli (compresi i modelli donna e bambino), la produzione Taurea arrivava quindi a numeri vicini ai 20.000 cicli all’anno, contando ovviamente tutti i modelli.
Nonostante la notevole dimensione dell’azienda e la qualità dei prodotti, la produzione sembra non protrarsi oltre il 1952, non ci è dato sapere al momento se se la causa della chiusura dell’azienda fu legata a criticità finanziarie o di altra natura.
OLIATORI
Oliatore sempre presente sul lato destro della scatola del movimento centrale. In molti telai corsa, ma non in tutti, l’oliatore è installato anche sull’interno del tubo sterzo.
FORCELLINI
Altro particolare estetico applicato da Pelà ad alcuni telai Taurea, sono i 3 denti sulla curva dei forcellini posteriori.
1947 al 1951 Campagnolo Cambio Corsa
1950 Campagnolo Paris Roubaix
1951 Campagnolo primo tipo con vite da registro da 4m
1952 Simplex Tour de France
1952 Brev. Simplex Competition (Simplex Italia)
FREGIO E DECALS
Fregio in ottone con merli e cornice in bianco dal 1947 al 1950, dal 1950/51 iniziano a comparire quelli in metallo con merli e cornice in giallo negli anni successivi. Decals applicate ai tubi diagonale e verticale, fregio sul tubo sterzo.
COMPONENTI
A partire dal 1948/1949 molti componenti sono marcati Taurea: pinze freni, movimento centrale, fascetta stringisella, serie sterzo, attacco manubrio (in acciaio fino al 1951, Ambrosio alluminio dal 1952)
Montaggio di serie:
Guarnitura Gnutti (nelle 2 versioni fine ‘40 e primi ‘50), mozzi Campagnolo Gran Sport, pipa in ferro e piega in alluminio senza marca (Ambrosio alluminio nel 1952), pinze e leve freni Balilla, sella Aquila, movimento centrale, collarino reggisella e serie sterzo Magistroni Super Corsa. Cambio Campagnolo Cambio Corsa per la fine degli anni ‘40, Parigi Roubaix e Simplex per i modelli dal 1950 al 1952. Pedali Sheffield o FOM.
TAUREA C1.4210
Tipo: Corsa
Anno: 1947/48
Foto: Frameteller
Dettagli particolari:
– Alleggerimenti a forma circolare nei rinforzi della forcella
– Congiunzioni più corte e senza svuoti a forma di cuore
– Numero “0” sotto la scatola del movimento centrale e sul tubo della forcella
– Passacavi a metà del fianco del tubo orizzontale
– Mozzi Gran Sport marcati con la prima versione del logo (pre 1950)
– Coni dei mozzi marcati 1947
Ritrovata montata con componenti coevi non marcati Taurea:
Leve e pinze freni Universal 666, movimento centrale e serie sterzo Magistroni, pedali Sheffield, guarnitura Gnutti, cerchi Nisi primo tipo (logo con lettera “A” di forma appuntita)
Cambio: Campagnolo Cambio Corsa
Stato al momento del ritrovamento
– Vernice conservata, decals assenti
– Manubrio da passeggio
– Leve freni assenti
– Pedali assenti
– Pinze freni Universal 666
– Cambio Campagnolo “due leve” corsa
– Guarnitura Gnutti
– Movimento centrale Magistroni Nik Crom
– Serie sterzo Magistroni decagonale Nik Crom
– Ruote con mozzi Campagnolo GS primo tipo e cerchi Nisi Moncalieri primo tipo
TAUREA C1.8816
Tipo: Corsa
Anno: 1949
Stato: Conservata
Foto: Paramanubrio
Cambio: Campagnolo Cambio Corsa (sostituito)
Forcellini: Campagnolo
TAUREA P1.13157
Tipo: Pista
Anno: 1949
Stato: Conservata
Foto: Paramanubrio
TAUREA C1.13153
Tipo: Corsa
Anno: 1950
Stato: Conservata
Cambio: Campagnolo 2 leve
Forcellini: Campagnolo
TAUREA C1.17784
Tipo: Corsa
Anno: 1950
Stato: Conservata
Foto: Paramanubrio
Cambio: Campagnolo Paris Roubaix
Forcellini: Campagnolo
TAUREA C3.4351
Tipo: Corsa
Anno: 1951
Stato: Conservata
Foto: Santonastaso
Cambio: Simplex
Forcellini: Simplex?
TAUREA SC3.6932
Tipo: Turismo
Anno: 1951
Stato: Conservata
Cambio: Simplex TDF
Forcellini: Simplex?
TAUREA C3.880X
Tipo: Corsa
Anno: 1951
Stato: Conservata
Foto: Paramanubrio
Cambio: Simplex TDF
Forcellini: Simplex Competition
TAUREA C4C.10563
Tipo: Mezza corsa
Anno: 1952
Stato: Conservata
Foto: Papero
Cambio: Campagnolo Cambio Corsa
Forcellini: Campagnolo
TAUREA C5.8822
Tipo: Corsa
Anno: 1952
Stato: Conservata
Foto: Pablo D’Agostino
Cambio: Campagnolo Cambio Corsa
Forcellini: Simplex Tour de France
TAUREA C7S.7734
Tipo: Mezza corsa
Anno: 1947
Stato: Conservato
Foto: Papero
Forcellini: Campagnolo Cambio Corsa
Cambio: Campagnolo Cambio Corsa
VIRGINIA
VIRGINIA
Modena 1962 – in attività
Cicli Virgina di Orazio Grenzi / Biciclette su misura / Modena, Italia / 1962 – In attività
Fonti: intervista a Palmieri Marco, nipote di Orazio Grenzi e attuale titolare della Cicli Virginia
Invenzioni: sistema di fissaggio al tubo per il cavo del freno posteriore / bloccaggio pinze freni interno al telaio / fissaggio del deragliatore anteriore direttamente al telaio
Ha collaborato con: Paletti, Giuseppe Pelà
La storia di Orazio Grenzi, talentuoso e creativo costruttore artigiano di biciclette, purtroppo scomparso qualche anno fa, ce la racconta il nipote Marco che a 9 anni era già in officina con lo zio, poi corridore dilettante fino al 1985 quando ne ha rilevato l’attività.
In fuga dal 1962
Orazio Grenzi inizia da giovanissimo a lavorare presso alcune botteghe artigiane di biciclette modenesi. Nel 1962, raggiunta la necessaria esperienza, apre la sua officina, nella quale per tutta la carriera ha costruito biciclette esclusivamente su misura.
Il marchio “Virginia”, che in realtà è il nome della madre, appare sulle bici qualche anno più tardi. Come altri artigiani della zona come Luciano Paletti e Licino Marastoni, con cui ha anche collaborato, si è distinto dalla media sia per la qualità dei telai che per il livello di sperimentazione. Uno di quei costruttori che in officina erano sempre alla ricerca di una nuova soluzione per migliorare le prestazioni del telaio in acciaio.
Tra le invenzioni originali che oggi possiamo ancora ammirare sulle sue biciclette c’è il particolarissimo sistema di fissaggio al tubo orizzontale del cavo freno posteriore, realizzato con speciali asole in acciaio saldate al tubo che fermano una molla in alluminio per bloccare la guaina. Fù probabilmente il primo a saldare il deragliatore anteriore direttamente al telaio oltre a creare il bloccaggio delle pinze freno all’interno del telaio senza bullone, prototipi ripresi nello stesso periodo e in modo leggermente diverso, anche da Marastoni e successivamente presenti nei primi modelli costruiti per Luciano Paletti. La maggior parte dei telai sono costruiti con la scatola del movimento centrale realizzata da Giusppe Pelà.
Orazio Grenzi e Luciano Paletti
La vita di Grenzi si intreccia più volte con quella di un altro grande artigiano modenese, Luciano Paletti, il quale ha imparato prima da lui e poi da De Rosa i segreti del mestiere.
È sempre Grenzi a costruire telai per Paletti dal 1972 al 1975 quando, chiamato dall’imprenditore Eugenio Rampinelli (vedi Cobra® by Roto) a dirigere la 2T Tecnotelai di Bologna, vende l’officina di Vaciglio (Modena) proprio a Luciano che per qualche anno marcherà i telai con la doppia firma Grenzi/Paletti.
La contaminazione creativa tra i due artigiani continua anche dopo, anzi è proprio grazie al passaggio dell’attività che Paletti entra in contatto con il sig. Ognibene, l’ingegnere modenese che aveva collaborato con Grenzi nella realizzazione delle sue invenzioni e che sarà poi l’artefice della complessa ingegnerizzazione dei brevetti dei freni interni e dei cavi interni al telaio di creati da Paletti.
La 2T Tecnotelai, che è stata la prima azienda al mondo a costruire biciclette da competizione in serie, chiude qualche anno dopo per problemi economici. Grenzi torna quindi a Modena per riaprire la sua officina dove continuerà a costruire telai fino al suo ritiro nel 1987, lasciando al nipote Marco l’attività.
Fregi Grenzi/Virginia in ordine cronologico da sinistra a destra.
Paletti strada 1971 con la doppia firma Virginia/Paletti.
Congiunzioni Nervex.
Dettaglio congiunzioni primi anni 70
Virginia fine anni ’60
Virginia Specialissima 1973, conservata. Foto Frameteller
Grenzi fù uno dei primi a trovare una soluzione per fissare la guaina direttamente al telaio, il sistema originale, ma non brevetettato, prevedeva molle ottenute per fusione che alloggiano all’interno di due asole saldate al tubo del telaio. Soluzione poi adottata anche sui telai costruiti per Paletti.
Il primo (o uno dei primi) tentativo di deragliatore anteriore saldato direttamente al telaio.
Una soluzione simile fu realizzata anche da Marastoni.
Nel 1978 Luciano Paletti brevettò un sistema che permetteva la regolazione dell’altezza del deragliatore,
idea ripresa e brevettata da Tullio Campagnolo.
Evoluzione del deragliatore anteriore saldato al telaio. Da sinistra a destra: brevetto Campagnolo a fascetta, prototipo Grenzi, brevetto Paletti, brevetto Campagnolo a saldare.
Il sistema di bloccaggio delle pinze freni interno al telaio, sistema applicato da Orazio Grenzi e poi ripreso anche da Marastoni
ma già esistente fino dagli anni ’30.
La sagoma particolare e immediatamente riconoscibile dei forcelllini Virginia
Virginia Specialissima 1973, conservata. Foto Frameteller
Virginia Specialissima 1973, conservata.
Virginia strada 1969 marcata Paletti. Scatola movimento Giuseppe Pelà. / Foto RD
Virginia strada costruito con congiunzioni Pelà
Virginia pista, congiunzioni 2T Tecnotelai Bologna
Virginia strada 1969. Scatola movimento Giuseppe Pelà.
Telaio Virginia Course, primi anni ’70 / Foto bg.legendary.bikes
Virginia strada anni ’70, telaio con testa forcella e scatola Pelà / Foto da RD
Virginia Competition primi ’80 / Foto Emanuele Biondi
Virginia Competition strada fine anni ’70 / Foto Frameteller.
La testa dei forcellini posteriori in queste anni prende una forma lunga e arrotondata
che diventa un ulteriore elemento di riconoscibilità dei telai costuiti da Grenzi.
Particolare decoro in rilievo sui foderi della forcella
Congiunzioni arabescate lavorate a mano
Tipica testa dei foderi posteriori superiori nei telai di Grenzi negli anni ’80.
Virginia Specialissima 1985, conservata. Tubazioni Columbus SLX / Foto Frameteller
Uniche le decorazioni a rilievo sui foderi della forcella e le congiunzioni arabescate.